La mostra, legata alle celebrazioni per Centenario della fine della Grande Guerra, intende evidenziare, attraverso documenti d’epoca provenienti dagli archivi storici comunale e diocesano, alcuni aspetti del conflitto, suddivisi tra le tre sezioni in cui si articola l’esposizione. La prima riguarda quella che nel 1918 un politico tiburtino di lungo corso, Enrico Tani, chiama, con enfasi legata al muro eretto sul Piave dopo la disfatta di Caporetto, “resistenza interna”, con riferimento a quelle che viene più spesso definito “fronte interno”. Quest’ultimo fu caratterizzato dalla mobilitazione della popolazione civile, chiamata a sopportare le restrizioni economiche legate allo stato di guerra e ad adattarsi alle necessità richieste dalla “regolamentazione eccezionale dell’economia e delle attività produttive”. Anche la mobilitazione del risparmio attraverso la sottoscrizione dei vari prestiti nazionali rientra in questa grande operazione di sostegno alla nazione in guerra. La tenuta del fronte interno e più in generale della volontà di stringersi intorno ai destini dell’Italia richiese anche un enorme sforzo a livello di comunicazione, e divenne perciò il tema privilegiato della propaganda bellica e delle iniziative patriottiche ad essa legate. La seconda sezione è dedicata ai soldati tiburtini chiamati alle armi, e comprende alcune lettere da essi scritte o ricevute, rinvenute nel carteggio comunale, e documenti su caduti e decorati. La terza sezione riguarda la celebrazione della vittoria e l’erezione del Monumento ai caduti, che, inaugurato nel 1930, è stato idealmente completato proprio in occasione delle manifestazioni pubbliche per il Centenario, con l’apposizione dell’elenco dei militari deceduti e dispersi.